INCOMPRENSIBILE E INTOLLERABILE LA DECIMAZIONE DI SPORTELLI PREVISTA DA POSTE ITALIANE NEL TERRITORIO LOMBARDO

Così il Presidente dell’Associazione Artigiani Enrico Mattinzoli definisce il piano industriale preannunciato dall’ ad di Poste Italiane Caio. In Lombardia saranno secondo le previsioni 65 gli uffici che chiuderanno i battenti e 120 quelli che “funzioneranno” a orario ridotto.

Saranno quindi le aree già fortemente svantaggiate dal punto di vista geografico, come la Valcamonica, a pagare il tributo più pesante dei tagli, contribuendo ad aumentare il già pesante disservizio che colpisce cittadini ed imprese.

Prosegue Mattinzoli “sono anni ormai che si tende a trascurare il servizio di consegna della corrispondenza potenziando attività a maggior valore aggiunto come la vendita di prodotti finanziari e assicurativi”.

La linea tracciata da Caio quindi, risponde all’esigenza di privatizzare una consistente quota di Poste Italiane ( il 40%), con la conseguenza non tanto di garantire un migliore e più efficiente servizio ma con il serio rischio di depotenziare la consegna della posta, ovvero l’anello debole della società.

Tutto questo sarebbe in parte comprensibile in un’ottica di libera concorrenza, ma Poste Italiane resta e rimane l’unico concessionario di Servizio Universale di Corrispondenza che gode peraltro di consistenti contributi statali.

Enrico Mattinzoli (04.02.2015)

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