LA RIVITALIZZAZIONE DEL CENTRO CITTADINO NON PUO’ ESSERE TEMA DI SOLE SCELTE AMMINISTRATIVE

La crisi delle attività della città può essere superata rinnovando desideri e rendendo più attrattiva e qualificata l’offerta, ma soprattutto diversa da quella dei centri commerciali. 

Il tema della rigenerazione urbanistica, al centro del dibattito cittadino e oggetto di un interessante Convegno da parte dell’Ordine degli Architetti, presuppone una riflessione che sappia mettere in discussione anche l’offerta degli operatori.

A Brescia, come nel resto del Paese, la crisi immobiliare ci impone di riflettere sul come e soprattutto sul quanto si sia costruito e se il mercato, al netto della crisi economica, sia in grado di assorbire questa offerta.

Pianificare quindi non può più essere, come spesso si è fatto e si continua a fare, salvo qualche rara eccezione, un insieme inanimato di norme tecnico urbanistiche funzionali a “colorare e sbiancare un cartoncino”.

Le valutazioni sugli obbiettivi attesi e gli effetti delle scelte debbono essere approfonditi anche in funzione degli errori del passato: purtroppo le scelte urbanistiche si ripercuotono positivamente o negativamente a distanza di anni, senza possibilità di appello.

Nel dopoguerra, con l’aumentare della popolazione e del costruito, durante la formazione delle prime periferie, forse una valutazione più approfondita e lungimirante avrebbe portato ad una diversa collocazione dell’attività industriale.

Brescia non può prescindere dalla suo passato industriale, veicolo di ricchezza e occupazione, ma al tempo stesso è impensabile che il recupero debba essere fatto attraverso il solito cambio di destinazione in residenziale o commerciale della cubatura esistente.

A tale proposito, anche se di difficile realizzazione, mi pare che la proposta del Sindaco Del Bono sull’area Caffaro debba essere vista come una importante e positiva inversione di tendenza.

Quindi, rivitalizzare il centro, aumentare la qualità della vita, sono temi che non possono essere l’effetto di sole scelte di chi governa la città.

Una città di provincia come la nostra deve ogni giorno convivere con la pacifica invasione di pendolari divoratori di servizi, ambiente e mobilità.

L’Amministrazione comunale, facilitando l’accesso alla città, sviluppando parcheggi, mobilità e promuovendo manifestazioni può agevolare e non sostituire i percorsi dei privati e degli operatori.

Al tempo stesso la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale possono consentire lo sviluppo di attività turistiche e commerciali e, in maniera più limitata, l’artigianato artistico.

Ma la vera differenza la dovranno fare, pena la definitiva esclusione dal mercato, gli operatori rinnovando desideri, rendendo attrattiva e qualificata l’offerta, ma soprattutto diversa da quella dei centri commerciali.

Enrico Mattinzoli (21.03.2015)

 

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