L’ITALIA CHE PRODUCE METTA INSIEME LE SUE FORZE

Il futuro delle nostre imprese è sempre più legato alle riforme strutturali del paese. E’ una frase che abbiamo sentito ormai alla nausea e ripeterla, o sentirla ripetere, da una parte significa che non abbiamo perso la speranza, ma dall’altra ci mette di fronte alla realtà quasi immutata delle difficoltà del fare impresa in Italia.

Se è vero che è nei momenti di crisi che si adottano provvedimenti straordinari per contrastarla, sarebbe ovvio pensare ad esempio che alcuni fardelli all’interno della burocrazia che appesantiscono l’impresa da sempre, potrebbero essere eliminati con più semplicità.

Ma forse è proprio questo il problema, in un paese dove validare un biglietto del treno viene ancora definito “obliterare” come si può pensare di semplificare?

Pare quasi che vi sia una sorta di paese nel paese e che accanto ad uno che produce ve ne sia un altro che cerca di complicarne il percorso. Forse è questo il motivo per il quale i nostri imprenditori sono cosi’ bravi, alla loro creatività, al loro impegno e determinazione aggiungono una capacità di adattamento che li rende unici nei paesi industrializzati.

Ma questo non basta più, il sapersi districare nel mezzo delle difficoltà “create” non è più sufficiente. E allora c’è chi ha deciso di spostarsi oltre confine, (pare che nella vicina Francia, non in Marocco, per ottenere una concessione edilizia “bastino” dai 30 ai 40 giorni) chi di ridimensionare o comunque non sviluppare oltre la propria attività e chi invece ha potuto o dovuto ha chiuso!

L’Italia delle occasioni mancate, delle capacità sotto utilizzate è però ad una svolta o forse ad un ultimo sussulto di orgoglio nel rendere pubblico il proprio malumore. Non è più disposta a deleghe in bianco. Lo hanno detto in una assemblea nei giorni scorsi gli artigiani di Besnate in provincia di Varese, ma lo si sente dire ormai un po’ dovunque nelle botteghe, officine, laboratori dove si respira un’aria non più di rassegnazione, ma di determinata consapevolezza che è arrivato il momento che ognuno dedichi parte del proprio tempo impegnandosi in prima persona nella cosa pubblica.

E se è vero quindi che è nei momenti di crisi che si determinano i grandi cambiamenti, allora è il momento giusto per riunire in un’unica Organizzazione le Associazioni di rappresentanza della piccola impresa dell’ Artigianato e del Commercio, definendo da subito una linea di intervento attraverso un patto con la politica che definisca metodi e tempi di intervento su Burocrazia, Accesso al Credito, Termini di pagamento, Tassazione.

E se qualcuno intravedesse un ritorno al collateralismo, ebbene se questa è la strada per dare risposte all’ ITALIA CHE PRODUCE, la si percorra, la posta in gioco è troppo alta per perdersi nei dettagli ne va della sopravvivenza del sistema economico della nostra Nazione.

Enrico Mattinzoli (12.11.2009)

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