SPERIAMO DI NON DOVER RIMPIANGERE L’IMU SULLA 1°CASA

Il proverbio veneto “pèso ‘l él tacòn del buso” sembra calzare a pennello sull’abolizione dell’ IMU sulla prima casa. Ancora una volta si ripropone lo schema di ogni Finanziaria dove, anziché tagliare gli sprechi, si agisce attraverso il reperimento di nuove entrate.

Dalle proiezioni del Centro Studi della nostra Associazione ne risulta che se il DDL di Stabilità verrà approvato così come concepito, imprese e privati subiranno un aumento complessivo delle imposte.

Incremento dei bolli sui titoli (ovvero sui risparmi), mancate detrazioni, rivalutazione delle quote in Bankitalia a carico delle banche e le aliquote che i Comuni saranno costretti ad applicare attraverso la TASI per compensare i mancati introiti dell’ IMU sulla 1° casa, potrebbero portare, ad un aumento della tassazione.

D’altra parte ancora una volta si ripropone lo schema di ogni Finanziaria, dove, anziché tagliare gli sprechi, si agisce attraverso il reperimento di nuove entrate, che significano tagli di risorse a Regioni e Comuni e quindi minori servizi e maggiori prelievi a imprese e cittadini

INVIM, ISI, ICI, IMU e ora TRISE senza dimenticare IRPEG, IRES, ILOR, ICIAP, IRAP, TOSAP oltre che IRPEF e IVA, sono l’amara testimonianza della demenziale trasformazione nel tempo,di una serie di sigle accomunate tra loro nel complicarci l’esistenza e il portafoglio,che pur modificando l’acronimo, risultano essere sempre e comunque una fregatura.

Eliminare l’ IMU sulla 1° casa e sostituire la TARES, quindi, non solo non compenserebbe il risparmio previsto, ma potrebbe farci rimpiangere la tanto vituperata imposta sulla casa.

Enrico Mattinzoli (09.11.2013)

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