ABUSIVI, PIAGA DA 100 MILIONI (GdBrescia – R. Ragazzi) dicembre 2012

Danno per tutta la collettività e costante pericolo per l’occupazione regolare

Mattinzoli: «Chiediamo alla politica di farsi carico di questo problema; di intervenire attraverso un’adeguata riforma fiscale  che ad esempio offra ai cittadini la possibilità di scaricare in parte queste prestazioni artigiane».

Piccoli lavoretti, che a torto o ragione, spesso definiamo «innocenti». Il vicino di  quartiere che ripara la lavatrice o il rubinetto che perde; il pensionato che sistema l’aspirapolvere che non si accende più; ma anche il disoccupato che si dà da fare a tinteggiare una stanza o realizzare un muretto in giardino. Tutto rigorosamente in nero, senza fattura, senza scontrino, senza certificati di idoneità, senza garanzia. La piaga dell’abusivismo si nasconde dietro i «piccoli lavoretti innocenti  e nella sola provincia di Brescia è in grado di muovere qualcosa come 100milioni di euro. La cifra esorbitante è stata calcolata dall’Associazione Artigiani attraverso una indagine che ha coinvolto le imprese associate della provincia e che rende l’idea di come il fenomeno sia profondamente diffuso anche nel Bresciano e che negli ultimi 10 anni è cresciuto di oltre il 12%».

«Crisi, pressione fiscale, costo del lavoro, disoccupazione. Non è possibile individuare una causa precisa all’origine del fenomeno – spiega il presidente dell’associazione Enrico Mattinzoli, affiancato dal direttore Paolo Gerardini-. Le rilevazioni effettuate dalla nostra associazione sugli abusivi che operano nelle categorie dell’artigianato mostrano un tasso di crescita preoccupante». Il raffronto con una stessa indagine realizzata dieci anni fa dall’associazione di via Cefalonia è impietoso.

Rispetto alle rilevazioni del 2003, gli abusivi sono cresciuti di 1809 unità toccando quota 16.817; tra le aree dove è maggiormente diffusa questa pratica c’è la città e l’hinterland (+24,9%); l’abusivismo cresce soprattutto nelle aree Valtrompia (+ 66%), Bassa Occidentale (+ 29,8%) e Bassa Orientale (+ 23,1%); diminuisce invece in Valcamonica (-21,1%) ed in Valsabbia (-4%). «Le dinamiche in questo senso seguono la geografia della crisi – spiega Mattinzoli -. La Valtrompia è una delle aree che in questi ultimi anni ha maggiormente sofferto la crisi e questo può aver aiutato il fenomeno dell’abusivismo.

Una piaga che in passato era distribuito tra lavoratori dipendenti e pensionati, ma oggi per il 18% è rappresentata dai non occupati. E molti di questi sono giovani che non riescono a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Non è un caso che l’età media degli abusivi sia passata dai 50 ai 42 anni». Quella dell’abusivismo è una piaga denunciata da tempo dall’Associazione Artigiani. Tra i settori maggiormente colpiti ci sono prima di tutto la complessa «filiera dell’edilizia », ma anche il settore «abbigliamento» che negli ultimi anni, grazie anche agli interventi della Guardia di Finanza contro i laboratori cinesi abusivi, si è fortemente ridimensionato.

«L’abusivismo è sinonimo di concorrenza sleale. Un fenomeno che contribuisce ad aggravare la già difficile situazione delle piccole imprese regolari – spiega Mattinzoli -. Chiediamo alla politica di farsi carico di questo problema; di intervenire attraverso un’adeguata riforma fiscale  che ad esempio offra ai cittadini la possibilità di scaricare in parte queste prestazioni artigiane. A livello nazionale le prestazioni irregolari rappresentano un giro d’affari di qualche miliardo, si tratta di un danno per tutta la collettività e un costante pericolo per l’occupazione regolare

      

 

 

Back to Top