AEROPORTO, AVANTI CON LA TRATTATIVA ottobre 2010

Atto ministeriale scontato

Il via libera ai veronesi che gestiranno per i prossimi 40 anni lo scalo di Montichiari pone nuovi interrogativi al territorio e ai soci bresciani. Dopo la concessione alla «Catullo», ora si attendono gli esiti del tavolo tecnico.

Dopo la firma della convenzione con l’Enac, era scontato che arrivasse anche la concessione da parte dello Stato. Le tappe dell’iter sono queste ed erano segnate. Ma le firme con le quali per i prossimi quarant’anni la gestione dello scalo di Montichiari va nuovamente in carico alla Catullo, in realtà, debbono essere tre. Quella apposta l’altro ieri dal ministro Matteoli è solo la prima, seguiranno quelle dei «colleghi» Tremonti e La Russa.

È l’esito quasi definitivo di una vicenda che ha contrapposto a lungo Brescia e Verona, «un esito scontato – sottolinea il presidente del D’Annunzio Vigilio Bettinsoli – dopo che il ricorso di Abem (la Spa nata a Brescia per “strappare” la gestione ai veronesi) era stato bocciato dal Consiglio di Stato». Facendo tramontare la prospettiva di una gara internazionale per la riassegnazione dello scalo.

Quella sentenza ha portato ad una svolta nei rapporti tra i soci veronesi e le componenti bresciane. E alla stagione della contrapposizione è seguita quella della trattativa, suggellata nel luglio scorso dal varo di un tavolo tecnico incaricato di esplorare le possibilità di sviluppo del sistema aeroportuale gardesano. E magari trovare un riscontro alle rivendicazioni bresciane di un maggiore equilibrio nella governance della Catullo.

Il lavoro del tavolo dovrebbe terminare a fine mese. «La firma di Matteoli – afferma il presidente della Provincia Daniele Molgora – non cambia granché. Che l’interlocutore fosse il titolare della concessione era un presupposto del lavoro del tavolo. Dal quale aspettiamo di capire le condizioni di sviluppo dell’infrastruttura e come partecipare a questo sviluppo. Verona sbaglierebbe a pensare di avere una carta in più ora con la concessione in tasca, ma, del resto, non credo lo pensi: con il tavolo abbiamo fatto partire un percorso di dialogo e so che per il presidente della Provincia veronese non cambia nulla».

Di «accordo a prescindere» e di «non è più tempo di scontri» parla anche il consigliere di Abem, in quota Camera di Commercio, Enrico Mattinzoli. Che però non si allinea alla tesi che nulla cambia e che l’atto ministeriale era scontato. «Con il tavolo insediato – confessa – mi sarei aspettato un po’ meno fretta da parte del ministro». La firma di Matteoli è per lui «un’accelerazione inutile». Evitabile forse con una maggiore collaborazione tra parlamentari bresciani e veronesi, anche se Mattinzoli non si faceva troppe illusioni: «Agli incontri convocati già sotto la presidenza di Tamburini – ricorda – la partecipazione dei parlamentari bresciani si contava sulle dita di neanche una mano».

Insomma, se ora le cose stanno come stanno «è anche perchè il sistema Brescia non ha mai fatto gioco di squadra e ora con questa concessione quarantennale Verona ha una carta in più in mano». D’altronde – conclude Mattinzoli – «non ci sono alternative all’accordo da trovare in fretta perchè serve un quadro di certezze se si vuole avere attrattiva per i vettori e che entrino nuovi investitori».

Più cauto Giuliano Campana, il numero uno di Abem: «La concessione? Un atto scontato. Quel che è certo – osserva – è che le trattative imbastite col tavolo tecnico vanno avanti, nè mi pare che da parte veronese ci possano essere ripensamenti. Per valutazioni più approfondite però è presto, e come Abem ci prendiamo qualche giorno di riflessione». Rinvia giudizi a dopo un approfondimento e la lettura delle carte, il leader della Camera di Commercio Francesco Bettoni. Abbottonato infine sullo stato dei lavori del tavolo tecnico, l’assessore provinciale Giorgio Bontempi: «Stiamo rispettando il cronogramma – chiarisce – e consegneremo il documento finale a fine mese. La riservatezza è d’obbligo: è già successo in passato che con tanti interlocutori i rapporti si siano inaspriti per qualche parola di troppo».

(BSOGGI – Eugenio Barboglio)

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