ARTIGIANI, MATTINZOLI: «24 ANNI DI CRESCITA» BORTOLO AGLIARDI SARA’ IL NUOVO PRESIDENTE (Giornale di Brescia – G. Lombardi)

Il leader dell’Associazione lascia

«Un peccato non aver costituito la federazione del settore»

Correva l’anno 1992 e Silvio Berlusconi non era ancora «sceso» in politica, quando Enrico Mattinzoli, imprenditore di Padenghe, nato a Buenos Aires nel 1954, fu eletto presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia.

Dopo un quarto di secolo, in linea con la riforma dello statuto del 2007, da lui stesso voluta, Mattinzoli si prepara ora a lasciare il vertice dell’organizzazione di via Cefalonia (16.800 imprese associate).

In una conferenza stampa «testamentaria», Mattinzoli – che resterà in Associazione come responsabile dell’ufficio studi – ricorda il passato con un filo di commozione, orgoglioso per i risultati raggiunti, ma soprattutto sereno perché lascia la presidenza «in amicizia e in serenità, a differenza di quanto avvenuto, anche recentemente, in altre associazioni di categoria bresciane». Tra gli episodi che Mattinzoli racconta c’è la spedizione a Roma,nel 1992, insieme all’allora presidente di Aib, Gianfranco Nocivelli, per chiedere (e ottenere) al ministro Guarino la nomina di Franco Bettoni al vertice della Camera di commercio. Il presidente uscente rivendica però anche l’autonomia che in questi anni ha caratterizzato l’Associazione, ad esempio proprio nei rapporti con Bettoni, cui non ha risparmiato critiche, in particolare sul capitolo fiera. «Facile dire oggi che avevamo ragione – precisa – però si tratta di un fatto: abbiamo accumulato 34 milioni di perdite per le imprese bresciane e ora non sappiamo quale sarà il futuro di questo immobile».

Mattinzoli ricorda con passione i primi anni associativi («quando ogni sera incontravamo imprenditori dalla Valcamonica alla Bassa»), mentre resta grande il rammarico per non aver completato il progetto di federazione delle associazioni dell’artigianato: «Con Mimma Ferraboli e Andrea Bonetti – dice – avevamo raggiunto l’intesa: ma l’arrivo di Rizzi in Confartigianato ha bloccato tutto e oggi ci sono ancora quattro organizzazioni che rappresentano gli artigiani».

«Sono stati 24 anni di crescita» sottolinea Mattinzoli, «ma devo dire grazie a tante persone». Il leader uscente cita subito l’indimenticato direttore dell’Associazione, Lino Poisa, ma anche il suo predecessore Albini, il «direttore dei direttori» Salvatore D’Erasmo («manca a Brescia, perché è stato un vero regista ») e un sindaco come Paolo Corsini («uno che non dimentica»).

Il vero ringraziamento è però per la sua squadra (a partire dal vicepresidente vicario Alberto Vidali) e per gli imprenditori associati, ieri rappresentati dalla famiglia Bonometti, artigiani del ferro. Il futuro. In queste settimane sono stati eletti i 36 delegati del consiglio (i 14 di mandamento, più i rappresentanti delle categorie, gli ex membri di giunta e il presidente dei giovani). Venerdì 18 dicembre i delegati eleggeranno un presidente, due vicepresidenti e sei membri di giunta. Il candidato, appoggiato dallo stesso Mattinzoli, è il suo vice Bortolo Agliardi, per anni rappresentante dell’Associazione nella giunta camerale. «Enrico non ha mai imposto nulla – spiega il futuro presidente – e ci ha insegnato onestà e correttezza nei rapporti». Basi solide da cui ripartire per un nuovo inizio.

IL PERCORSO: Enrico Giorgio Mattinzoli è stato eletto presidente dell’Associazione artigiani nel 1992, dopo i dodici anni di presidenza di Mario Albini. Di questi 24 anni di presidenza, Mattinzoli ricorda l’impegno profuso con tante aziende artigiane del territorio nei fallimenti Franchi Armi, Baribbi e Italcase, la solidarietà dimostrata in occasione dell’alluvione del Piemonte del 1994 e in altre circostanze, il lavoro svolto nella Scuola Bottega, lo sviluppo del Confidi ArtfidiLombardia, l’impegno finanziario per la nuova sede e gli uffici periferici.

Nel suo saluto Mattinzoli ha voluto ringraziare i collaboratori Paolo Gerardini, Pilade Martinetti, Francesco Gabrielli, Paolo e Gabriele Carrera, i colleghi di giunta, gli ex prefetti di Brescia, i presidenti delle altre organizzazioni di categoria e del mondo sindacale, ma anche i compianti giornalisti Gian Battista Lanzani e Fulvio Manzoni, già direttori del Giornale di Brescia e di  Teletutto.

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