BRESCIA RIPARTE IN PRESSING «NON PENALIZZIAMO LA RIPRESA» agosto 2010

Imprese e sindacati bocciano «crisi di governo e voto anticipato» sollecitano «certezze, sostegno e risposte per l’occupazione»

Brescia dopo la pausa estiva si confronta, oltre che con le difficoltà di sempre, con un quadro che rischia di penalizzare e frustrare i segnali di ripresa emersi nella prima metà del 2010. «Il pericolo maggiore, spiega Enrico Mattinzoli, leader dell’Associazione Artigiani, è che nei prossimi giorni si arrivi alla crisi di Governo.

Andare alle urne ora significherebbe tornare indietro di cinque anni a livello di riforme. Alle imprese interessano i fatti, non le beghe di partito. La politica deve capire che in questo momento cruciale, o c’è una svolta nel modo di fare economia, oppure si rischia di cadere nel baratro delle deindustrializzazione di massa». 

A questo si aggiunge l’assenza di una figura di riferimento. «É vergognoso che manchi ancora il ministro allo Sviluppo Economico, impegnato a risolvere i problemi e avviare iniziative a sostegno delle aziende – tuona Roberto Lazzari, presidente della Cna – : questo è grave, mentre servirebbero interventi urgenti». Sulla stessa lunghezza d’onda Eugenio Massetti, leader di Confartigianato Imprese Unione di Brescia. «La politica italiana sta offrendo uno spettacolo indecente, quando invece urgono certezze – sottolinea – : tutto questo minaccia i timidi segnali di ripresa emersi nei mesi scorsi. Non ci interessano i giochi di potere, ma che la politica lavori nel segno dell’efficienza».

Molto dipenderà anche dal «coraggio» degli imprenditori nell’operare investimenti concreti nello sviluppo di tecnologie (green economy in primis) e risorse umane. Un coraggio che non manca, ma spesso è poco tutelato. «Parliamo tanto di made in Italy e della sua importanza – aggiunge Zanelli – poi dobbiamo fare i conti con tanti venditori abusivi che restano impuniti. Se le istituzioni non sanno difendere neppure i piccoli commercianti, come possono meritarsi la fiducia del sistema produttivo?».

Anche per questo urge una politica industriale seria ed efficace, che abbia come priorità l’aumento dell’occupazione, accompagnato da quello dei salari da anni a livelli inadeguati per assicurare una vita dignitosa. «Ci sono aziende, lavoratori e sindacati pronti a cogliere e far fruttare la ripresa – analizza Damiano Galletti, leader della Cgil -, ma questo comporta una politica di sostegno che al momento è completamente assente. Anche nei cinque punti presentati dal premier, Silvio Berlusconi, non c’è nessun riferimento alla questione economica».

Posizione condivisa anche dal segretario generale della Cisl, Renato Zaltieri, che auspica politiche attive sul territorio, sostenute da fondi pubblici e privati. «I dipendenti rientrano dalle ferie con entusiasmo e voglia di fare, purtroppo i problemi lasciati prima della sosta sono rimasti irrisolti, anzi…. L’entusiasmo da solo non basta. Bisogna fermarsi a riflettere sui settori strategici da promuovere, sui nuovi sbocchi da non sottovalutare».
Servono scelte oculate, oltre che segnali dai mercati. In questo ambito le speranze sono riposte nella «locomotiva» tedesca, perchè possa trainare anche la provincia di Brescia. «Chi negli scorsi mesi ha deciso di puntare su quel Paese raccoglierà i frutti – sottolinea Giancarlo Dallera, presidente dell’Associazione industriale bresciana – : viceversa chi ha stretto partnership puntando sul mercato statunitense pagherà la flessione del Pil che in questo momento affligge gli States. Purtroppo l’andamento generale non è favorito dalla situazione politica, che rischia di esasperare la concorrenza. Uno dei temi centrali rimane quello del lavoro, e per dare risposte in questo ambito servono politiche attive che vengano sostenute da fondi pubblici e privati».

(BSOGGI – Alessandro Faliva)

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