DEPURATORE, LUCE IN FONDO AL TUNNEL novembre 2008

Visano, subito gli scarichi civili del paese con quelli di Remedello e di Acquafredda Poi il mix con reflui degli allevamenti suinicoli

L’affaire-Visano si riapre e per la prima volta si intravede una concreta via d’uscita dal «cul de sac» in cui è finito sei anni fa.

L’authority dell’acqua lancia una ciambella di salvataggio ai protagonisti di questa maledetta storia di sprechi, errori e omissioni e oggi, in commissione Agricoltura in Provincia, si avranno le prime risposte politiche all’offerta tecnica e gestionale.

L’idea è al tempo stesso semplice e articolata: trasformare il depuratore, pensato e realizzato per smaltire i reflui degli allevamenti suinicoli della Bassa orientale, in un depuratore misto per usi civili e zootecnici. Ma soprattutto rimetterlo in funzione entro pochi mesi (tre-quattro al massimo) a servizio dei Comuni di Visano, Remedello e Acquafredda, in cui l’Aato ha appena completato un intervento da 2 milioni per realizzare la rete fognaria, ma dove gli scoli finiscono ancora in corsi d’acqua di superficie. In un secondo tempo le vasche di Visano saranno usate per «digerire» anche gli scarti degli allevamenti di maiali, secondo il progetto originario.

Autore della proposta è l’Aato, il consorzio Autorità d’ambito territoriale ottimale, ovvero l’authority presieduta da Enrico Mattinzoli che governa il servizio integrato delle acque di oltre 1 milione di abitanti, che ogni anno eroga 120 milioni di metri cubi d’acqua a 400mila utenze bresciane.

Ebbene, l’Aato ha interpellato tutti i grandi attori della vicenda (A2A, attuale gestore dell’impianto di Visano e associazioni agricoltori) trovando finora solo assensi e sostegni. «Il progetto – spiega Mattinzoli – prevede di allacciare al depuratore di Visano i collettori che servono Remedello, Acqufredda e Visano, e che già arrivano in prossimità dell’impianto fermo dall’ottobre 2002. Con 6 milioni di euro, che abbiamo già, potremmo realizzare un depuratore dedicato solo agli scarichi civili, ma con poche modifiche potremmo mettere in funzione la prima linea di Visano e servire gli scarichi civili di 10mila abitanti depurando 2.100 metri cubi al giorno. Il costo è stimato di 250mila euro, i tempi non dovrebbero superare i quattro mesi».

Il traguardo finale sarebbe però di smaltire, nelle stesse vasche, anche 600 metri cubi al giorno di scarichi zootecnici, provenienti da allevamenti già collegati da una rete che si estende per 40 km. «Pensare di far funzionare Visano solo con scarichi zootecnici è ormai impossibile – spiega Mattinzoli – anche perchè i limiti di legge ammessi, nel frattempo, sono scesi da 30 a 10 milligrammi di azoto al litro. Valori che solo con un mix di scarichi civili e zootecnici sono invece raggiungibili».

L’AATO non ha competenza sugli scarichi animali, ma è il principale attore in tema di scarichi civili (dal 2007 a oggi ha già investito 53 milioni sul settore). Su Visano Mattinzoli ha già la disponibilità del nuovo gestore (A2A, che serve tutta la fascia centrale della provincia), ma anche di quello vecchio, Vstr, una società partecipata da A2A per il 40%, dall’inglese Severstend per un altro 40% e da Unieco per il 20%.
Semaforo verde anche dai presidenti delle tre associazioni degli agricoltori, Prandini, Bettoni e Cipriano. La prospettiva di vedere riattivato il depuratore di Visano (che ha funzionato a intermittenza e faticosamente solo dal 2000 all’ottobre 2002, prima di essere sottoposto a sequestro giudiziario) a prezzi garantiti dalla convenzione trentennale del ’99 ormai fuori mercato (100 lire per kg di carne, salvo i nudi adeguamenti Istat) interessa decisamente gli operatori zootecnici.

«Come autorità d’ambito – spiega Mattinzoli – otterremmo la soluzione di depurare entro breve gli scarichi di 3 Comuni. Abbiamo già in cantiere investimenti da 4 milioni su Calvisano e da 2 milioni su Isorella per allacciare anche questi Comuni, una volta che Visano sarà ampliato. La ripresa del depuratore consentirà poi di vietare lo spargimento dei reflui suinicoli nella zona, salvaguardando le falde acquifere». Ora manca solo la risposta della Provincia e dell’assessorato all’Agricoltura, dominus della vicenda per un’investitura che risale al 1999.

(BSOGGI – Massimo Tedeschi)

Back to Top