IL MODELLO BRESCIA FA SCUOLA dicembre 2008

Ingenti investimenti con costi per l’utenza tra i più bassi in Italia

L’AATO (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) di Brescia, l’authority figlia di una legge regionale del 1998, insediata nel giugno del 2002 governa oggi un sistema idrico che soddisfa le esigenze di oltre un milione e 100 mila abitanti. La delimitazione delle competenze dell’AATO su scala provinciale è stata decisa dal Pirellone dieci anni fa, ma tutta bresciana è stata la scelta di suddividere il territorio provinciale in tre aree omogenee (anzichè una sola).

Tutto questo pur conservando una visione unitaria in termini di programmazione e di pianificazione, per facilitare ed accelerare il processo di riorganizzazione del servizio ed ottimizzare la capacità gestionale di società a forte componente a forte componente pubblica.

L’Assemblea AATO, che è formata dalla Provincia e dai 206 Comuni bresciani ed è l’organo sovrano del Consorzio in cui ogni Comune “pesa” un voto, ha anticipato i tempi rispetto ad altre realtà della regione Lombardia e ha avviato il servizio idrico integrato con tre soggetti gestori.

L’area gardesana è stata affidata «in house» alla Spa Garda Uno, formata dai Comuni benacensi per la zona ovest della provincia è stata costituita una società interamente pubblica, AOB2; la Valtrompia, la città e la zona centrale della pianura sono state affidate ad A2A in regime di salvaguardia, in quanto azienda quotata in Borsa.

Con questo assetto l’Autorità d’Ambito ha iniziato ad affrontare un programma ambizioso quanto radicale: un piano di investimenti su scala 25ennale che supera gli 800 milioni, e un piano triennale che ha già prodotto la realizzazione di opere per oltre 50 milioni, superando criticità strutturali, specialmente nel settore della depurazione, rinviate per anni.

Un programma reso possibile dalla scelta dell’Autorità d’Ambito di differenziarsi dal modello regionale e mantenere unitaria la gestione degli investimenti e la conduzione tecnica di reti ed impianti, attribuendo dunque la totale responsabilità in capo ad un unico soggetto e rendendo più efficace la programmazione e il successivo controllo gestionale.

Avanza dunque a rapidi passi il progetto di uniformare su scala provinciale un servizio storicamente molto frammentato. «Quando il Consorzio ha preso vita – sottolinea il Presidente Enrico Mattinzoli – la metà dei Comuni gestiva la rete idrica in economia, con i propri dipendenti. Oggi l’84% della popolazione bresciana ha un servizio idrico integrato gestito da una delle tre società individuate: un dato che avvicina ulteriormente l’obiettivo di arrivare ad un unico gestore e ad un’unica tariffa su tutto il territorio provinciale. Una tariffa su cui siamo fra l’altro impegnati a garantire la massima trasparenza per gli utenti».

Nel Bresciano ci sono storici disequilibri fra reti idriche mature ed altre assai arretrate. «All’insegna della sussidiarietà – spiega il presidente Mattinzoli – con la leva degli investimenti attraverso l’Autorità d’Ambito le zone più ricche soccorrono quelle più povere». Dopo la mappatura della situazione esistente, il Consorzio ha approvato il piano d’ambito e quello degli investimenti. «Il piano – sottolinea Mattinzoli – ha un orizzonte di 25 anni, ma prevediamo di completarlo per l’80% entro i primi 13 anni. Le criticità maggiori riguardano la fognatura e la depurazione e non a caso l’investimento più significativo, da 150 milioni di euro, riguarda l’ampliamento del depuratore cittadino di Verziano e il collettamento di tutta la Valtrompia verso questo impianto».

Il contenimento tariffario, altro obiettivo strategico, è già realtà: fra i 70 AATO dei 91 esistenti in Italia ha preso avvio il servizio, le tariffe bresciane sono ai livelli più bassi (terz’ultima posizione, nel caso migliore). Inoltre come ricorda Enrico Mattinzoli, «le tariffe sono articolate in modo da privilegiare l’utenza domestica residenziale rispetto agli altri usi».

Altri due effetti positivi dell’azione dell’AATO di Brescia riguardano il sostegno ai territori montani (1 milione all’anno di finanziamenti alle Comunità Montane) e il sollievo apportato ai bilanci comunali: il Consorzio ha infatti sgravato i Comuni del pagamento di tutte le rate dei mutui contratti per opere sulle reti idriche e gli impianti. In questo modo risorse pari a 6 milioni di euro per il 2007, e 8 milioni per il 2008, sono state messe nella disponibilità dei municipi. Una riprova ulteriore che la gestione del «bene – acqua», secondo il modello bresciano, garantisce un servizio migliore, vantaggi agli utenti e ricadute positive su tutto il territorio.

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