LE TRINCEE CAMUNE DELLA GUERRA DELL’ACQUA ottobre 2008

Il presidente dell’AATO Enrico Mattinzoli «Senza l’adesione niente soldi per gli interventi di adeguamento della rete»

Una trincea lunga 41 Comuni. Una Maginot pronta a cedere, non si sa ancora in quanti punti, ma probabilmente a sufficienza per rompere l’ultima sacca di resistenza all’avvento dell’Ambito ottimale.

La controversia AATO-Valcamonica potrebbe avere i giorni contati: sarebbero forse una ventina infatti i Municipi pronti ad uscire allo scoperto accordandosi per il loro ingresso nell’organismo che gestisce il Ciclo idrico integrato. Una scelta che romperebbe quell’unità anti Ambito che, non sempre a ragione, ha visto nella Valcamonica l’ultimo baluardo provinciale.

Il nodo centrale della faccenda, almeno per i vertici dell’AATO, è piuttosto elementare: «Sono diversi i Comuni con cui siamo in contatto – conferma Enrico Mattinzoli, presidente del cda dell’AATO – e che sono intenzionati ad entrare nell’Ambito ottimale per risolvere i problemi relativi non solo agli acquedotti, ma anche alle fognature e alla depurazione. Tra accordi di programma e richieste di finanziamento la Valcamonica avrebbe bisogno di oltre 50 milioni di euro. E in molti casi anche piuttosto urgentemente».

Per… aprire i rubinetti del finanziamento, però, entrare nell’AATO è più che una necessità: «La Provincia non ha più risorse in questo senso – conferma Mattinzoli – mentre l’Ambito è pronto ad investire sul territorio. Vorrei ribadire un aspetto: non ci sono Comuni che non hanno necessità di intervento o in grado di gestire questa partita in modo autonomo».

Per sgomberare il campo da fraintendimenti Mattinzoli prova a far parlare le cifre. «I singoli Comuni della Valcamonica hanno fatto richiesta di finanziamenti per intervenire sugli acquedotti, sul sistema fognario o sugli impianti di depurazione. E’ un atteggiamento che mi meraviglia dal momento che certe istanze di sostegno economico arrivano anche da chi nell’AATO non pare intenzionato ad entrare. La Provincia però non ha più risorse in questo senso».

Immaginando che un certo numero di Comuni possa rompere gli indugi sposando la causa dell’AATO, resta il problema di come potrà essere gestito il servizio, fermo restando che il gestore di riferimento non potrà essere che Acque Ovest Bresciano Due. Se è vero che i Comuni della Valle «non sono più in grado di gestire il servizio in economia», è altrettanto vero che a parecchi piacerebbe che il territorio fosse coinvolto direttamente nella questione. L’eventualità che sia Vallecamonica servizi a farsi carico di tale onere non sembra convincente. Più plausibile (ma ancora da valutare a livello di legittimità) l’ipotesi che si possa trovare una formula di accordo con Aob2 e Vcs con quest’ultima impegnata nella gestione operativa. Eventualità, comunque, tutta da vagliare.

Tutti ne parlano ma non tutti vogliono esporsi. In ballo c’è molto di più che non la possibilità di mettere mano al sistema idrico: per qualcuno i toni epici della «battaglia per l’acqua» restano il punto di partenza di ogni possibile confronto. Ma c’è anche chi è stufo di aspettare, nel timore di «perdere un’occasione che poi non si ripresenterà più». Un lavoro di ricucitura politica parrebbe una strada praticabile ma, in questo senso, l’unico soggetto in grado di sostenere un simile incarico sarebbe la Comunità montana. Lo stesso Mattinzoli ha rivelato come l’ente comprensoriale camuno si stia già muovendo, per quanto il terreno sia fragilissimo.

Salvaguardia delle peculiarità del territorio, individuazione di strade che garantiscano un ritorno economico alla Valle «in cambio» della scelta di dire sì all’AATO; con lo spauracchio elettricità che contribuisce sempre a scaldare gli animi. Sono tante, forse troppe le incognite, così come le necessità. Ma il tempo stringe: «Le elezioni incombono – ha ribadito Mattinzoli – non vorrei che questo diventasse un tema elettorale».

(GDB – Rosario Rampulla)

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