MATTINZOLI: «NO A NUOVE TASSE SUGLI ARTIGIANI» ottobre 2004

«Studiare revisioni della fiscalità non è sbagliato di per sé, anzi può essere utile, ma non deve essere un modo per addossare nuove tasse sulle spalle degli artigiani
Commenta così Enrico Mattinzoli presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, la manovra fiscale.

Manovra, che vede, con la revisione degli Studi di Settore, la possibilità che il Governo introduca, nei fatti, una nuova minimum tax. «Di questi tempi – sostiene Mattinzoli – studiare revisioni può essere anche una necessità per comparti dell’economia, come il tessile, il casalingo, il valvolame e altri del metalmeccanico, per fare esempi a noi vicini, che soffrono crisi pesanti. Qui bisogna ridurre. Se, invece, si pensa di aumentare la pressione sulle imprese artigiane significa che non si è capito che così, si ammazza l’economia del paese».

Il ministro del Lavoro, Roberto Maroni – aggiunge Mattinzoli – ha detto che con gli Studi di Settore non si devono penalizzare i lavoratori autonomi, perché “non è giusto che si butti su di loro la croce, considerandoli evasori”. L’idea che si debba attribuire un reddito minimo “a chi fa un’attività autonoma – ha dichiarato Maroni – parte dal pregiudizio che chi svolge attività autonoma sia per principio evasore”. E’ una concetto – sottolinea Mattinzoli – «che condivido, così come condivido il fatto che si debba essere rigorosi nella lotta al lavoro nero e all’evasione fiscale. Sono, questi, due punti essenziali dell’impegno pluriennale dell’Associazione Artigiani».

La presa di posizione del presidente di AssoArtigiani – spiega una nota dell’Associazione di via Cefalonia – riguarda l’aggiornamento degli Studi di Settore previsti dalla Legge Finanziaria. Un provvedimento che coinvolgerà bar e agenzie immobiliari, gommisti e barbieri, pizzerie e restauratori d’arte, pasticcerie e negozi di elettrodomestici: un’ondata di 80-90 categorie del lavoro autonomo, con artigiani, commercianti e piccoli imprenditori in prima fila.

Il fisco conta di incassare 4,8 mld nei prossimi tre anni (2,4 nel 2005) da un’operazione che definisce di “manutenzione” degli Studi di Settore. E qui interviene di nuovo la critica di Mattinzoli. «E’ inaccettabile che si stabilisca a priori quanto dovranno essere le entrate relative al provvedimento. Gli studi sono studi, le revisioni si basano sulla realtà. Non è la realtà che deve piegarsi alle previsioni del gettito fiscale».

(BSOGGI)

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