MENO RIFIUTI NELLE DISCARICHE novembre 2008

Il materiale degli scavi potrà essere «riciclato» per lavori pubblici o nel recupero di cave

Altro importante passo avanti dell’Assessorato Provinciale all’Ambiente guidato da Enrico Mattinzoli verso l’obiettivo «zero discariche» contenuto nel piano rifiuti: da oggi migliaia di imprese edili potranno riutilizzare terre e rocce da scavo per reinterramenti, riempimenti, lavori pubblici.

Basterà comunicare la volontà di riutilizzare questo materiale all’ufficio tecnico comunale che ospita il cantiere, in fase di Dia (dichiarazione inizio attività). L’accordo tra assessorato provinciale, Collegio costruttori, Associazione comuni bresciani è stato sottoscritto ieri nella sede del collegio costruttori. Il primo grande vantaggio? «Si eviterà il conferimento in discariche di inerti di almeno 300mila tonnellate l’anno» spiega Enrico Mattinzoli. Calcolando che i costi del conferimento in discarica sono lievitati da 8 a 20 euro la tonnellata (a causa della scarsità di impianti) per i costruttori questo equivale ad un risparmio stimato di almeno 7 milioni di euro.

Il diverso utilizzo delle terre e rocce da scavo (da non confondere con i resti di demolizione di manufatti edili) è contemplato in un preciso articolo (il 186) del nuovo decreto legislativo in materia ambientale (il 152 del 2006). Il lavoro burocratico di Provincia, Associazione comuni (Acb), Arpa, Aib, Api, Associazione bresciana cavatori inerti e associazioni di categoria ha preparato la documentazione che le ditte costruttrici dovranno compilare e consegnare in Comune.

L’accordo presenta importanti dettagli, nel rispetto della legge e della tutela dell’ambiente. Ovvero: se lo scavo si effettua in terreno agricolo o boschivo non ci sarà alcun bisogno di effettuare analisi di laboratorio per escludere qualche forma di inquinamento. Ben diverso il caso di scavi in zone industriali, artigianali, o soggette a potenziale contaminazione (ad esempio ai margini di grandi arterie di comunicazione, dove la ricaduta di inquinanti atmosferici è risaputa). Qui la ditta scavatrice dovrà effettuare a proprie spese dei campionamenti del terreno (uno almeno ogni 3mila/5mila metri quadrati) per scongiurare la presenza in quantità oltre i limiti di legge di arsenico, cadmio, cromo, nichel, piombo, rame e zinco.

Vero è che la tutela dell’ambiente sarà affidata in buona parte alla «coscienza dei costruttori» che affideranno le analisi chimiche a laboratori privati, mentre al controllore pubblico (l’Arpa Brescia, in perenne stato di carenza di organico) saranno affidate le controanalisi. In caso di inquinanti superiori ai limiti scatterà l’obbligo di conferimento in discarica. Entusiasta Giuliano Campana, presidente del Collegio costruttori: «Un provvedimento davvero importante soprattutto per i piccoli e medi costruttori, spesso soggetti alle diverse interpretazioni della normativa dei diversi Comuni.

Oggi invece, con parametri uguali per tutta la provincia, si potranno riutilizzare queste terre in loco o portare in altri cantieri dove c’è necessità, consumando così meno discariche e meno territorio. Adesso attendiamo di poter riutilizzare anche il materiale da demolizione». Positivo anche il commento di Pietro Vavassori (sindaco di Rudiano e componente il tavolo tecnico dell’Acb): «I Comuni garantiranno il rispetto delle normative vigenti ma potranno trarre vantaggio dall’accordo, ad esempio utilizzando il materiale per il riempimento di cave dismesse o altre infrastrutture».

(BSOGGI – Pietro Gorlani)

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