OCCHI APERTI SULLE EX DISCARICHE novembre 2007

Mattinzoli: «Vigileremo sulla salute delle falde e sulle prescrizioni ai Pgt»

Un viaggio nel cuore delle discariche, in particolare quelle dismesse, alla ricerca di potenziali criticità ambientali.

Un vero e proprio censimento in attesa di definire interventi laddove necessario, seguendo un ordine di priorità direttamente proporzionale al grado di emergenza. Il Piano rifiuti provinciale punta i riflettori sul «post discarica», mescolando una capillare attività di monitoraggio con un progetto di analisi ed (eventuale) recupero a lungo termine. In attesa di definire il non secondario problema del reperimento delle risorse necessarie per intervenire.

Come ricordato dall’assessore all’Ambiente Enrico Mattinzoli, «il primo passo è stato l’informatizzazione e la georeferenzazione di tutte quelle discariche cessate di cui avevamo notizia e che ci erano state segnalate dai Comuni». Un lavoro cui si è accompagnata la ricerca di quei siti di cui si erano perse le tracce e che avevano bisogno di controlli. Il fine di questa azione di verifica è evidenziare eventuali impatti residui esercitati sull’ambiente dal corpo rifiuti. Accanto a questo filone «istituzionale», si è sviluppato quello relativo agli impianti abusivi, un percorso ad ostacoli da ricostruire attraverso ricerche minuziose nella speranza che non riveli sorprese sgradite.

Al termine di questa prima ricognizione sono state individuate 88 discariche analizzate in funzione di un successivo monitoraggio mentre 111 sono le discariche che sono state escluse da qualsiasi approfondimento di analisi perchè non costituivano pericoli potenziali per l’ambiente in virtù della tipologia di rifiuti conferiti.

Una volta circoscritto l’ambito entro cui intervenire per quello che concerne gli approfondimenti, l’assessorato si è mosso per provare ad ipotizzare la portata economica del monitoraggio. Fino ad oggi è stata fatta una stima di massima su 54 delle 88 discariche cessate che avranno bisogno di un monitoraggio accurato. Stima che parla, nella peggiore delle ipotesi, di una spesa di 900mila euro per analisi, collegamenti con pozzi e per eventuale installazione di piezometri. Una cifra considerevole che, per quanto concepita ipotizzando una situazione limite, denota l’entità delle risorse che andranno impegnate per il monitoraggio delle falde.

«La Provincia – spiega Mattinzoli – ha intanto messo a disposizione 50mila euro per fare la verifica dei piezometri». Solo un primo passo in attesa di risolvere la questione per intero e, soprattutto, di capire quanto andrà investito. Rispetto alle discariche che mancano all’appello per quanto concerne le previsioni di spesa, è una questione legata alla mancata conoscenza delle condizioni morfologiche. Per questo andranno fatti ulteriori approfondimenti.

Questa caccia alle discariche cessate ha messo in relazione l’Assessorato con i Comuni della provincia. E non solo per beneficiare di indicazioni più precise da enti preposti al controllo del territorio. «Durante l’acquisizione della documentazione – sottolinea Mattinzoli – abbiamo scritto ai Comuni per verificare i dati sulle discariche ma anche e soprattutto perchè i Pgt recepissero la localizzazione degli impianti in questione definendone le limitazioni d’uso». Una richiesta, assicura l’assessore «accolta per adesso senza particolari ritrosie, pur nella consapevolezza che potrebbero crearsi situazioni di attrito».

(GdB – Rosario Rampulla)

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