RETE IMPRESE ITALIA: UN PUNTO DI PARTENZA PER L’ITALIA CHE PRODUCE giugno 2010

Rete Imprese Italia: una svolta epocale

Dopo anni di divisioni, di attese, di proclami e di speranze i vertici delle maggiori organizzazioni di rappresentanza dell’artigianato e del commercio hanno finalmente risposto ad un’esigenza che la base associativa da tempo richiedeva.

Sono davvero quindi finite le divisioni e i personalismi? Difficile dirlo, anche se Rete Imprese Italia rappresenta una svolta epocale nella storia della rappresentanza delle imprese, il banco di prova della nuova associazione sarà il livello locale.

Storie, percorsi ed alleanze sono un bagaglio culturale e politico al quale certamente nessuno vorrà rinunciare ma che via via dovra essere superato con una nuova e più lungimirante visione del futuro.

Facile a dirsi più difficile da attuare, un percorso che richiederà solo passi indietro e nemmeno un passo in avanti se non preventivamente concordato, in un sistema inclusivo (le aziende agricole condividono con noi le stesse problematiche) che sappia vedere oltre l’interesse del momento.

Certamente una sfida difficile ma al tempo stesso affascinante quella che attende la neonata rappresentanza unitaria, dove si getteranno le basi di un nuovo e più attuale modello di rappresentanza.

Ma sbaglia chi pensa che la rappresentanza unitaria nasca solo come risposta ad una esigenza di maggior autorevolezza e bilanciamento di forze con il sitema confindustriale nel rappresentare le esigenze della PMI .

Rete Imprese Italia significa, soprattutto, la sopravvivenza stessa della rappresentanza della PMI, sempre più incapace (anche per la sua frammentazione) di intercettare l’impresa dal punto di vista del coinvolgimento culturale, dove migliaia di imprese si rivolgono alle nostre associazioni sempre più per i servizi che non per un legame umano e culturale.

Certo tutto ciò è figlio della modernità, dove l’impresa è sempre più bilancio e individualismo sempre meno “capitale sociale” e individuo.

E’ questa la sfida che ci attende; riportare l’individuo al centro dell’impresa in un contesto sociale allargato dove il vuoto lasciato dalla classe politica possa essere colmato da una rappresentanza “non solo esclusivamente economica” ma ben radicata nella società perchè capace di interpretarne i suoi cambiamenti e le sue esigenze.

E perchè no, essere protagonisti anche attraverso l’impegno politico, senza più delegare ad altri il ruolo di rappresentarci!

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